"Orient-Express", versione A, p.1, r.29-46
Perché tra le tante inutili o tragiche cose che s'imparano né mai si / sarebbe intuito o saputo avanti, c'era anche questa: che le morti / sono tutte differenti tra loro e che nessuno né noi stessi ci / possono o ci possiamo dire quale sarà che compie sul nostro corpo / una forma di sradicamento totale, di salto pauroso verso zone mai / conosciute, considerate remotissime di una saggezza imprevista. / Lei sapeva che una stessa morte da così lontano e senza / comunicazioni tra loro, aveva compiuto sui loro corpi la stessa / traumatica operazione. Fece questo pensiero, ancora una volta: la / vecchiaia dunque non è altro che che la cancellazione di tutte le nostre / immagini dagli occhi di chi ha ci ha guardato vivere. Chiusi / questiocchi, noi ci troviamo davanti a giorni di lavagna sui quali / ogni giorno dobbiamo segnare qualche cosa. MA dietro alla / lavagna, proprio come in un aula, non c'è più niente. Ciò che siamo / stati, anche la nostra fisicità, il nostro corpo, i vestiti che abbiamo amato, le notti che abbiamo / guardato, i baci, l'amore e così via, le / lacrime, le risate, tutto tutto è perduto, se chi ha visto e c'era non/ c'è più.